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"Silence": alla ricerca del suono

Questo non vuol essere un articolo di tecnica vocale, ma un modo per condividere una riflessione con altri cantanti, gruppi vocali, cori sulla ricerca dell'amalgama vocale. Per un trio vocale o per chiunque canti in coro, trovare una buona amalgama è fondamentale e allo stesso tempo un concetto così astratto e impalpabile.

Come facciamo a sapere di aver raggiunto un buon suono?

Quali sono le caratteristiche che ci aiutano a capire di aver ottenuto una buona amalgama? E quali invece le qualità da attivare per trovarla?

Sono molti gli elementi da esplorare nella ricerca sul suono. Nella nostra ultima prova abbiamo deciso di soffermarci sull'ascolto reciproco, un concetto tanto ovvio da diventare a volte trascurato. Prendo a prestito le parole del grande Alfred Tomatis, che scriveva:

Sentire significa avvertire il suono e prenderne coscienza. In una certa misura è come lasciarsene invadere passivamente, abbandonandosi indifesi, senza averne una reale percezione. Consiste, per esempio, nel permettere al discorso dell'altro di raggiungerci, senza una vera partecipazione da parte nostra, senza pensare realmente di impadronirsi di ciò che viene detto. (…) E' tutta un'altra cosa quando ci si vuole rendere conto di quanto viene enunciato. Subentra allora un atteggiamento completamente diverso che fa tendere l'orecchio ai discorsi del nostro interlocutore o verso un brano musicale che si desidera fare proprio, che ci impegniamo ad ascoltare realmente. E' incontestabile che esista un intervento della volontà che agisce immediatamente, cambiando di punto in bianco l'atteggiamento mentale, così come la postura fisica, dell'ascoltatore. Tendere l'orecchio significa tendere il corpo, come significa sollecitare il sistema nervoso nel suo complesso a entrare in questa dinamica particolarmente attiva, intraprendente, che mobilita sia il corpo sia il pensiero.”

Avere un ascolto attivo è fondamentale per trovare un equilibrio vocale che ci consenta di emettere un suono ricco di armonici, bilanciato e soprattutto senza sforzo. Ci aiuta a mescolare brillantezza e rotondità per creare un colore vocale pieno e ricco di sfumature. Nella pratica, abbiamo seguito questi punti:

  • M su note tenute, all'unisono o all'ottava, come riscaldamento vocale e ricerca di una buona intonazione;

  • da M a una vocale: note lunghe con la stessa vocale, scegliendo suoni casuali in modo da ottenere una improvvisazione libera, dove le tre voci sono in constante dialogo (stimolazione dell'ascolto attivo);

  • sempre utilizzando una vocale a scelta, abbiamo esplorato il brano“Silence” di Charlie Haden che presenta linee melodiche sovrapposte con note di lunga durata. Abbiamo notato come il visualizzare delle immagini, dei colori o semplicemente l'idea di restare in costante comunicazione tra noi ci aiutasse a mantenere un alto livello di ascolto, a cui corrispondeva sempre un suono estremamente ricco e di facile emissione.

“Silence” è stata pubblicata nel 1989 sull'omonimo album, con Chet Baker alla tromba, Enrico Pierannunzi al pianoforte, Charlie Haden al contrabbasso e Billy Higgins alla batteria.


Esiste anche una versione completamente a cappella, eseguita dalla figlia di Charlie, Petra Haden:


E voi, sì voi cantanti sparsi per il web! Come fate?

Se avete voglia di mandarci opinioni e suggerimenti, scriveteci!

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